lunedì 22 agosto 2011

La Globalizazione e i Pirati del Capitalismo.



Antonino Costa.

Scrivo questo articoletto per esasperazione. Ultimamente mi capita di seguire trasmissioni televisive dove si parla di economia, e si mostrano sempre più lavoratori in sofferenza. Più che di lavoratori si tratta di una categoria di cittadini che sono anche i più numerosi, e sono identificati come classe media e medio bassa. Al di là dei casi di crisi vera e propria (crisi di mercato) , ci sono molti casi in cui la fabbrica viene semplicemente delocalizzata, (cioè spostata in un altro luogo ) lasciando i lavoratori di quella azienda a casa e senza più prospettive di vita e stipendio.

Ora i motivi di queste delocalizazioni sono abbastanza ovvi, si tratta semplicemente di continuare a produrre gli stessi beni in un luogo più favorevole al gruppo finanziario-imprenditoriale, sfruttando i vantaggi di un costo del lavoro molto più basso. Ovviamente per costoro il mercato di sbocco principale continua ad essere sempre l’Occidente che ha ancora notevoli risorse di riserva.

Il meccanismo è semplice : si smontano le fabbriche con tutte le tecnologie avanzate di produzione

Che negli anni si sono introdotte nell’occidente industrializzato , si reimpiantano le stesse in località più favorevoli a questi capitalisti , (paesi sottosviluppati dove i lavoratori affamati e a basso costo e senza diritti non mancano), quando la produzione riprende si importano nei paesi di origine e con lo stesso marchio le merci ivi prodotte , che naturalmente al Capitalista sono costate molto di meno , potendo così beneficiare di un profitto notevolmente maggiore rispetto a prima.

Ecco! Questo è uno dei meccanismi che danno origine alla nostra crisi.

Con questo sistema tutta la classe lavoratrice generica che lavora nel settore manifatturiero è destinata al’ indigenza e a una futura vita da schiavo, aggiungerei anche una gran parte di liberi professionisti, di piccoli e medi imprenditori che non possono usufruire di questo meccanismo.

In questo articolo mi voglio astenere da dare giudizi morali di qualsiasi genere, e voglio semplicemente portare all’’attenzione il meccanismo fraudolento della delocalizazione a tutti coloro che continuano a farsi la domanda ossessiva:

Ma come è potuto succedere tutto questo?

Dove è finita la Politica? Il nostro è o no un sistema Politico democratico , e come tale avrebbe dovuto difenderci da queste situazioni e non farci precipitare nella disperazione?

Ebbene , mentre la globalizazione è un processo inevitabile in tempi dove la comunicazione è diventata appunto globale e di massa ,dove spostarsi da un continente all’altro non è una cosa proibitiva, anche per le merci e i beni che possono viaggiare velocemente e in grandi quantità,

la nota stonata è dovuta alla facilità con cui sono cadute le barriere commerciali, la libera circolazione dei capitali (ovviamente di chi li dispone) l’abbattimento di barriere doganali dazi di protezione, misure che favorivano una competizione almeno regolata e guidata.

L’occidente ricco e opulento nonché democratico ed evoluto, non ha saputo fare di meglio che suicidarsi, imponendoci regole commerciali ed economiche che favoriscono pochi a danno dei molti.

Sicuramente lo scopo dei nostri Capitalisti non è stato quello di portare sviluppo e benessere a paesi sottosviluppati, infatti con gli stipendi elargiti questi non diventano certo consumatori come lo siamo stati noi fino a non molto tempo fa, ma è quello di arricchirsi enormemente alle spalle di chi è costretto a vendere il proprio lavoro a prezzi sempre più bassi.

Oggi in occidente siamo di fronte a cambiamenti epocali nei nostri stili di vita.

Intendiamoci, molte delle nostre convinzioni sono assolutamente sbagliate, come quella di pensare di essere su un mondo usa e getta. Altre le trovo assolutamente giuste come il mantenimento di alcuni importanti valori collettivi e individuali , fondati sul rispetto reciproco e sull’idea di un progresso culturale ed economico sostenibile, nonché sul fatto che il governo dei popoli deve basarsi sulla possibilità di partecipare, che hanno alla base processi democratici di rappresentanza.

Tutto questo però sono solo belle parole, se alla base non vi è una democrazia economica che metta al centro l’uomo, e suoi bisogni , che abbia a mente che l’economia serve per migliorare le condizioni di vita delle persone , e che una parte degli utili devono essere ridistribuiti cioè socializzati. Quello che sta avvenendo oggi è che il capitalismo ,passata la fase in cui ha avuto anche una funzione sociale si è incamminato verso un sentiero di vera e propria pirateria , quello che avviene e che si socializzano solo le perdite (vedi Banche e sistema finanziario) e si privatizzano i profitti .L’evoluzione del capitalismo è stato il Neo Liberismo , che a dispetto dell’aggettivo di libero non ha proprio niente. Il fine ultimo del neo liberismo è quello di privatizzare tutto il privatizzabile a spese delle comunità (capitalismo a credito) demolendo di fatto lo stato sociale e gli stessi stati nazionali.

Sarebbe però riduttivo pensare che i nostri attuali problemi derivino soltanto da questo meccanismo piratesco. La crisi che abbiamo di fronte e che vedrà l’Occidente e l’Europa in un continuo e inesorabile declino , che costringerà a una decrescita forzata delle nostre economie, deriva da una somma di meccanismi simili.

Tutti questi meccanismi economici poco trasparenti e ben celati , di cui i mass-media si guardano bene di informare le comunità, infine ,determinano un quadro politico sconfortante.

Se nei secoli scorsi l’occidente si è ritenuto il motore del mondo e l’Europa il centro della civiltà , oggi tutto questo è inesorabilmente in declino. L’Europa ha intrapreso un cammino di decadenza e non è più in grado di elaborare politiche che vadano in senso opposto. Il declino costante e inarrestabile della popolazione e l’invecchiamento della stessa non consentono ai governi di avere strategie a lungo termine. Oggi manca una visione di futuro, e il pessimismo emotivo di cui siamo vittime fa il resto. Assistiamo a governi fantoccio che si premurano soltanto di mantenere i propri privilegi, incapaci di qualsiasi strategia politica che non sia quella scontata di asservimento ai poteri finanziario-imprenditoriali . I politici nostrani che sembrano non essere d’accordo su niente , ma che sanno orchestrare un teatrino confuso e esteticamente anche molto brutto, nella sostanza quando governa ora l’una o l’altra compagine mettono in atto le stesse identiche politiche punitive nei confronti dei lavoratori e delle classe media .In Europa oggi si attentano ai diritti dei lavoratori,si depotenziano le politiche di Wellfare , con la scusa che la vita media è aumentata si posticipano pensionamenti, si rende precario il lavoro dipendente, e il potere economico della classe media sta ormai precipitando . Tutto questo con la complicità di sindacati e forze politiche che un tempo erano vicine al mondo del lavoro.

Purtroppo la gente comune non ha consapevolezza di tutto questo, anche se istintivamente percepisce che le cose non vanno bene ,tende comunque ad adagiarsi nel quotidiano preferendo una utile e consolatoria bugia dell’esistente, piuttosto di una liberatoria ma pesante verità.

Con questo scritto non intendo certo esaurire l’argomento , parlerò degli altri meccanismi economici che determinano il nostro declino in un’altra occasione, si tratta di argomenti complessi che risultano difficili da semplificare e sintetizzare, ciò che mi premeva ora è soprattutto fare presente che se abbiamo ancora a cuore il nostro futuro e dei nostri figli , dobbiamo smettere di credere che ci sia qualcuno pronto a risolvere i nostri problemi, dobbiamo tornare a essere padroni dei nostri destini. Tutto questo passa prima di tutto dalla esatta lettura del mondo e dalla consapevolezza che la globalizazione economica poco trasparente e voluta da organismi che non hanno niente di democratico, e senza nessun controllo da parte dei governi, i quali anzi sono sotto il loro controllo è per la grande maggioranza della gente deleteria . Questa globalizazione che si è servita dell’inganno mediatico di sedicenti economisti e giornalisti per farcela accettare è da osteggiare con tutti i mezzi .

Maggio 2011

Antonino Costa

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