Antonino
Costa.
Nel proseguo
dell’analisi di questa crisi sono
giunto alla conclusione che il nostro futuro prossimo sarà caratterizzato da un
lungo periodo che possiamo definire di grande e permanente “CAOS “ cioè di un
continuo disordine sociale crescente che potrà diventare anche guerra civile.
Inizialmente
ed è questo il tempo, sarà Caos calmo , (come il titolo di un film di Nanni
Moretti) , per poi passare a un Caos movimentato ed agitato, e come ultimo sarà
il Caos violento ed esplosivo. Ovviamente non mi è consentito sapere i tempi
delle varie fasi , ma analizzando la situazione possiamo già oggi cogliere i
segni divenuti manifesti ed evidenti,
del Caos che sta montando.
Senza voler
demonizzare l’idea neo-liberista di Von Hayek di per sé legittima, e suo
malgrado quando in buona fede portatrice anche di posizioni rispettabili e
positive. Sarà questa teoria economico sociale usata come mezzo per legittimare
una politica neo-liberale portata alle
sue estreme conseguenze applicative, che determinerà il Caos insieme politico,
sociale, ed economico, in primis dell’Europa tutta intera, se non di tutto
l’occidente, e del pianeta intero.
Il problema
vero non è nella teoria neo-liberista ,
ma nella sua applicazione rigida e fondamentalista al pari di una religione ,
che quando passa nella fase di applicazione radicale, pretende di sostituire la
realtà oggettiva delle cose con una visione teoretica-fondamentalista
dell’ideologia neo-liberale. Per i sacerdoti del neo-liberismo se la realtà non
si adatta alla loro visione , è la
realtà che sbaglia, e pertanto va corretta con ancora più massicce dosi di
neo-liberismo, indipendentemente dai risultati e dalle conseguenze che questo
ha sulla realtà stessa.
Ma perché sarà il Caos per la nostra condizione
esistenziale?
Abbiamo
goduto nel ricco Occidente del mondo, di numerosi anni di relativo benessere,
probabilmente l’unico periodo della storia dell’umanità dove tante persone
contemporaneamente hanno visto le loro condizioni di vita migliorare. Fino a
ieri abbiamo dato per scontato che tutto questo fosse ormai normalità nelle nostre esistenze; lo stato
sociale che per quanto imperfetto ha dato garanzia a tutti di potere vivere una
vita decente, con pensioni e sanità che erano un fatto acquisito. Nella visione
neo-liberale tutto questo è un’inutile appesantimento finanziario dello stato
perché per costoro, lo stato deve limitarsi alla promulgazione delle leggi atte
a favorire la proprietà privata e la libertà di impresa, e disinteressarsi di
creare condizioni favorevoli per tutti, e soprattutto deve astenersi dal
prendere parte alla redistribuzione del reddito e alla tutela del patrimonio
comune. I fondamenti principali su cui è
imperniato il neo-liberismo sono:
1.
L’individuo
lasciato libero di fare impresa capitalistica sarà spinto dalla propria avidità ad arricchirsi, consentendogli
di incrementare i propri profitti per
induzione anche la collettività circostante ne potrà beneficiare.
2.
Lo
stato deve limitarsi soltanto a legiferare e ad sorvegliare affinché la libera
impresa possa realmente essere tale, e deve inoltre privatizzare tutti i
servizi e beni comuni alienabili, per consentirne una più libera ed efficace
gestione privatistica.
3.
Coloro
che amministrano le imprese devono rispondere esclusivamente agli interessi dei
propri azionisti , salvaguardando i loro profitti , senza porsi nessun
orizzonte o missione sociale.
4.
I
mercati finanziari e della produzione, devono essere lasciati liberi, perché
sono in grado in modo automatico di regolarsi per il meglio.
5.
In
questa ottica rientra soprattutto la gestione del mercato del lavoro, che deve
essere liberalizzata al massimo, riducendo al minimo l’incidenza del lavoro
sindacalizzato e regolamentato, a favore di quello libero e de
contrattualizzato, che consente al datore di lavoro la massima flessibilità
nella gestione dell’ organizzazione del lavoro, nel senso di orari , turnazioni
, pause ,ferie ,(scaricando sul lavoro e sui lavoratori costi fissi e
rischio d’impresa) . La remunerazione viene contrattata dallo stesso
lavoratore con l’imprenditore ( essendo il lavoratore a sua volta imprenditore
di se stesso – prestatore d’opera) . I lavoratori che non hanno un lavoro o che
lo hanno perso devono porsi in uno stato di continua formazione, affinché
possano alla prima occasione essere reimpiegati(ovviamente la formazione viene
finanziata dalla collettività). Coloro che non vogliono lavorare , è perché non
accettano la paga che gli viene offerta in quel momento , o perché hanno altre
aspirazioni, o semplicemente perché non hanno voglia di lavorare.
6.
Per
finire , (anche se ci sarebbero altri punti da menzionare) Lo stato deve essere
improntato alla massima efficienza, e deve astenersi a costruire un costoso
(per i Neo-lib.) stato sociale ; per coloro che non riescono deve esserci
soltanto la garanzia di un aiuto di sussistenza, per il resto devono cavarsela
da soli.
Questi punti
li ho menzionati per potere dare un orientamento alla discussione, illustrando
i meccanismi su cui si snoda questa teoria economica. Intanto si deve notare
che il fondamento più importante per la visione di Von Hayek è che la società nel
suo complesso deve essere destrutturata , e divenire composta essenzialmente di
individui che devono essere lasciati a cavarsela da soli , annullando di fatto
tutte le istanze sociali che hanno consentito il livello di civiltà e di
benessere che abbiamo fin qui conosciuto: è l’apoteosi dell’individualismo.
Sette miliardi attuali di esseri umani tutti in competizione cruenta tra di
loro……
Altro punto
cardine è il profitto elevato a vero e proprio Totem dell’esistenza , basata su
una bramosia e una avidità senza pari, che dovrebbe spingere le società ad alte
conquiste economiche. Tutto questo per
poter funzionare, deve poggiare sulla convinzione tutta di V. H. che
l’individuo e quindi la collettività nel suo complesso, accettino e collaborino spontaneamente al funzionamento del sistema
neo-liberale ritenendolo fra i sistemi economici e sociali il più
efficiente possibile. Più di qualche economista presuntuoso ed arrogante
ritiene che per quanto iniquo possa essere il Neo-liberismo non c’è alternativa
a questo capitalismo. Per convincere
della fondatezza di questa affermazione tutta ideologica, la macchina propagandistica
del neo-liberismo si serve di tutti i mezzi di informazione possibili : La gran
parte dei giornali generalisti , nonché radio e televisioni, e per finire ha
reclutato quasi tutti i professori economisti presenti sulla piazza, mettendoli
sul proprio libro paga. Questi sono stati allevati come dei polli, imponendo loro studi universitari di presunta
scienza economica, dove i nove decimi delle materie sono di carattere
neo-liberale.
Riepilogando; E’ possibile dividere la società
nel suo insieme in due grandi parti
rappresentative:
a)
Tutti
coloro che per vario titolo e funzioni beneficiano del sistema neo-liberale
capitalistico , e tutti coloro che ne pagano i costi. La finanza che ha creato
un sistema transnazionale in grado di condizionare e decidere la sorte di interi popoli,
imponendo agli stati attraverso il controllo e il ricatto finanziario con il
concorso dei politici locali loro sodali, misure di espropriazione economica ed
estorsione materiale contro la popolazione (vedi Grecia, ma anche Italia,
Spagna, Portogallo, e presto tutta l’Europa nel suo complesso, compresa la
spocchiosa ed arrogante Germania ) che sono di vera e propria rapina sociale.
Faccio presente che i politici propriamente collusi che spesso risultano essere gli stessi uomini
che siedono nei consigli di amministrazione del sistema bancario non sono poi
molti, il resto della platea dei politici sono di una incompetenza tale da non destare la minima preoccupazione ai
neo-liberali, sulla loro reale capacità di comprendere la situazione e quindi
di opporvisi e di porvi rimedio. Nella
stessa categoria ci sono ovviamente gli imprenditori “Capitalisti” , che si
avvantaggiano della situazione tutta tesa a favorirli, come le Multinazionali
per esempio , che possono scorrazzare per tutto il pianeta in cerca di costi
del lavoro sempre più favorevoli, in quanto gli stati ( soprattutto quelli
Europei) pongono pochi vincoli alla libera e concorrenziale(per loro)
circolazione di capitali e merci. Essi mantengono i loro mercati di sbocco in occidente,
mentre le merci le fanno produrre in
quei paesi che per attrarre capitali e tecnologia abbattono i diritti sul
lavoro, rendendo i propri cittadini pressoché degli schiavi , che non avendo
alternative si adattano ad una vita infernale, pur di potere legittimamente
sopravvivere. Il commercio avviene invece con quei paesi ancora ricchi come
l’occidente e ovviamente l’Europa, che in questo modo vedono svuotarsi la loro
economia sia in termini finanziari ( dovendo indebitarsi per potere sostenere
ancora i consumi) sia in termini di perdita di competitività, vedendo chiudere
o delocalizzare tutte le loro aziende
manifatturiere .
b)
Nella
seconda categoria ci sono tutti gli altri, cioè coloro che pagano i costi
esorbitanti di questo capitalismo brutale , da cui ci vengono comminate purghe
assurde e incomprensibili (per noi). A questa categoria molto numerosa ma con
scarsissimi poteri, è stato tolto il
futuro ed il fiato, e vengono
sistematicamente rapinati con i pretesti più assurdi. Qui si possono trovare
tutti coloro che fanno parte della famosa classe media, ma ci sono anche
imprenditori piccoli e medi, liberi professionisti , lavoratori dipendenti di
tutti i generi, che siano pubblici o peggio privati, che abbiano funzioni
dirigenziali, o mansioni umili, che abbiano un titolo di studio elevato o
inferiore, poco importa , tutta questa pletora sociale è soggetta al ricatto e
ai capricci dei mercati manipolati. Le piazze principali ovviamente sono
attualmente Londra che con la sua City concorre al 11% del P.I.L. nazionale
Inglese, che ovviamente va nelle tasche
di pochi super finanzieri, e New York che con la sua Wall Street è attualmente ritenuta la piazza finanziaria mondiale
principale. Queste due piazze finanziarie insieme a tutte le altre del mondo loro
affiliate , e a un sistema bancario intimamente connesso sono oggi i veri
poteri che controllano una gran parte di Mondo, se non tutto.
È ovvio che i cittadini del continente Europeo , cominciano a
sentire la pressione di questo capitalismo assolutamente assurdo e innaturale,
il risentimento è già in atto, tutto questo genererà una società sempre più
caotica, e sempre meno disposta a subire il dispotismo
finanziario-capitalistico, fino a giungere ad una decisa ostilità , che potrà
addivenire in una contrapposizione
democratica se verranno prese adeguate misure atte a riportare la democrazia
reale nelle mani dei rispettivi popoli ,
oppure finire in una vera e propria catastrofe sociale e guerra civile , con un
crescendo caotico ingovernabile, che potrebbe determinare il suicidio dello
stesso capitalismo fatale che ci ha condotti a questo punto.
Nel prossimo capitolo comincerò a parlare della fase del “
Caos calmo” che è poi quella in cui siamo oggi, a seguire il caos agitato e poi
quello ( speriamo che non vi si debba assistere) di caos violento e dirompente.
Antonino Costa 25
Febbraio 2012.
Nessun commento:
Posta un commento